venerdì 12 novembre 2010

Solfiti come il prezzemolo

E' capitato a tutti, almeno una volta, di leggere la scritta “contiene solfiti”.
I solfiti vengono usati - oltre che nel vino - nella frutta secca, negli snack alla frutta, nelle confetture impiegate per farcire crostate, nell'aceto balsamico. I solfiti (E 220, E 221, E 222, E 223, E 224, E 226, E 227, E 228) sono additivi alimentari autorizzati dalla direttiva 95/2/CE e agiscono primariamente come agenti antimicrobici e di controllo delle alterazioni chimiche. Attenzione però, queste sostanze sono incluse tra gli “allergeni alimentari” perché responsabili, nelle persone predisposte, di asma, arrossamento cutaneo, prurito, emicrania. La Direttiva Allergeni del 25 novembre 2003, ha obbligato ad inserire in etichetta la dicitura “contiene solfiti” se il limite è superiore a 10 mg/l o 10 mg/Kg. I limiti massimi sono fissati dai singoli stati. I limiti per i vini in Italia sono 160 mg per i rossi, 210 mg per i bianchi e 400mg per i vini dolci, sempre espressi per litro. Ma se la maggior parte dei soggetti sensibili ai solfiti reagirà a quantità tra i 20 e 50 mg di solfiti, come la mettiamo? Per approfondire leggiamo "I solfiti nella frutta fresca ed essiccata".

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