mercoledì 14 luglio 2010

Il maschio a rischio

Il genere maschile è in pericolo. «Infertilità, malformazioni genitali, regressione dei caratteri sessuali e tumori ai testicoli aumentano e, se non si trovano rimedi, il maschio, non solo della specie umana, sembra destinato all' estinzione». Così, senza tanti giri di parole, il professor Andrea Lenzi, direttore del dipartimento di Fisiopatologia umana dell' università la Sapienza di Roma e coordinatore del gruppo "Biodiversità e interferenti endocrini" del Comitato per la biosicurezza, biotecnologie e scienze della vita della Presidenza del Consiglio, sintetizza un problema che ha raggiunto ormai livelli di guardia. Anche perché la causa, pur essendo nota, non sarà facile da eliminare. Sono migliaia di composti chimici (pesticidi, coloranti, conservanti eccetera) che, attraverso alimenti, saponi, detersivi, plastiche arrivano nel corpo dove intralciano il "lavoro" degli ormoni sessuali, in particolare di quelli maschili. Risalgono a circa quarant' anni fa le prime ricerche che avvistarono il problema. Ad esempio, in Danimarca si osservarono tra gli agricoltori più casi di sterilità che nel resto della popolazione, nonostante la vita indubbiamente più sana. Per capire il p e r c h é i l primo passo fu valutare la fertilità in altre categorie professionali. Si scoprì così che tra i colleghi "biologici" che non usavano pesticidi e fitofarmaci, i casi di sterilità erano inferiori alla media nazionale. Le analisi trovarono questi composti chimici solo nel sangue degli agricoltori tradizionali e con le successive indagini si scoprì che erano proprio queste molecole, anche in concentrazioni minime, a interferire in modo del tutto casuale e imprevedibile con gli ormoni che stimolano la produzione di spermatozoi. Il meccanismo è spiegato nel disegno in alto. «Poi sono arrivate le ricerche che hanno riscontrato l' aumento anche di altre patologie andrologiche - dice Lenzi - Oltre all' infertilità, crescono i tumori testicolari e le anomalie dei genitali dovute a ritardi della maturazione sessuale, sindromi complessivamente note come "disgenesie gonadiche". In sintesi, quello che emerge da centinaia di ricerche svolte negli ultimi vent' anni, anche dal nostro gruppo, è una regressione dei caratteri sessuali maschili». Parallelamente, altre ricerche hanno evidenziato che un gruppo di agenti chimici introdotti dall' uomo nell' ambiente interferisce con il sistema endocrino. Endocrine-disrupting chemicals il termine coniato nel 1996 dalla United States Environmental Protection Agency (Epa), in italiano "interferenti endocrini". Un lungo elenco di sostanze (le più comuni nella scheda, ndr). Per individuarle nell' ambiente e negli alimenti, gruppi di ricerca messi al lavoro dagli Stati Uniti e dall' Unione Europea hanno messo a punto metodi di analisi efficaci e veloci. Ma ci vorranno anni prima ci capire tra i circa diecimila composti chimici sospetti quelli che interferiscono con gli ormoni sessuali maschili. Lavoro complicato dal fatto che agiscono in dosi minime, si accumulano nel tessuto adiposo da dove si liberano anni dopo e spesso derivano dall' interazione nell' organismo tra composti originariamente innocui. «Intanto a livello individuale possiamo fare molto - dice Lenzi - Prima regola: negli acquisti, a parità di prodotto scegliere quello con la lista degli ingredienti più corta. Più additivi ci sono e più è probabile che vi siano interferenti endocrini. È indispensabile che un dentifricio sappia di mango, uno yogurt di castagna o i detersivi siano blu elettrico o verde fosforescente? La seconda è preferire il biologico e di stagione che non comportano residui di pesticidi, fitofarmaci né additivi. La terza e ultima: fare visite andrologiche periodiche. L' effetto degli interferenti endocrini si aggrava negli individui resi più suscettibili da patologie andrologiche pregresse o in corso e da familiarità. Prima sono diagnosticate e minori sono i danni».

Fonte: Repubblica — 13 luglio 2010 pagina 32 sezione: SALUTE

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