lunedì 29 settembre 2008
Pubblicità che ingrassa
Circa il 95%-99% dei messaggi proposti durante le trasmissioni nelle ore pomeridiane promuovono cibi ipercalorici ricchi di grassi, zuccheri e sale (Lewis M. et al. Food advertising on British children’s television: a content analysis and experimental study with nine-year olds. Int J Obes, 1998, 22, 206-214). Se un bambino guardasse per due ore al giorno il canale TV "Italia 1" nella fascia oraria destinata all'infanzia, tra le 15 e le 18, quel bambino rischierebbe di vedere in un anno 31.500 spot pubblicitari (Consensus nazionale sull'obesità infantile, aprile 2005. SIP - Società Italiana di Pediatria). Voglio ricordare che la La TV rappresenta almeno una triplice minaccia per la salute dei nostri bambini, in termini di rischi per l'obesità, in quanto la TV:
induce a mangiare
induce a non pensare cosa si mangia e quanto si mangia
induce a mangiare per lungo tempo
... oltre a indurre la sedentarietà!
A questo proposito deve farci riflettere l'allarme lanciato in questi giorni dalla rivista Altroconsumo a proposito degli alimenti consumati dai bambini nella prima colazione. Prima di leggere quanto riportato di seguito mi preme, però, suggerire il buon senso affinché non si rischi di estremizzare dicendo che tutto fa male o tutto fa bene. Prendiamoci le doverose responsabilità di genitori e di responsabili degli acquisti, senza terrorizzare inutilmente o banalizzare rischiosamente con i luoghi comuni e i falsi miti. Impariamo ad essere consapevoli e i nostri figli lo saranno di conseguenza. E' faticoso! Ma facciamo in modo di essere noi l'esempio per i nostri bambini.
Di seguito l'articolo di Altroconsumo
Secondo i test condotti da Altroconsumo la qualità dei prodotti per la prima colazione è scarsa, nonostante la sovraesposizione di slogan nutrizionali. A rischio, soprattutto, i più giovani
I cereali per la prima colazione dei ragazzi contengono zuccheri (33% con punte sino al 42%), grassi (sino al 14%) e sale in percentuali molto alte. Percentuali troppo alte per essere presentati come l'alimento sano per il primo pasto della giornata. Ed è così in tutti i mercati, dall'Australia alla Danimarca, dal Perù alle isole Fiji, passando per Russia e Corea del Sud. Lo dimostra un test comparativo realizzato in 32 Paesi dalle associazioni indipendenti di consumatori aderenti a Consumers International. Per l'Italia Altroconsumo ha svolto il test su 20 cereali per la prima colazione dei ragazzi, dai prodotti di marca (Kellogg's, Nestlé) a quelli con marchio della catena di distribuzione (Auchan, Carrefour, Conad, Coop, Esselunga, Eurospin, Lidl, Standa). Dal test emerge anche che ben l'80% dei venti campioni considerati inserisce slogan nutrizionali in bella vista sulle confezioni: le scritte esaltano solo la presenza di vitamine e ferro, elementi nutritivi marginali in questo tipo di prodotto. Anche le etichette andrebbero riviste: le GDA, cioé i valori giornalieri di riferimento, che dovrebbero suggerire quantità di energia e nutrienti per porzione di prodotto rispetto alla quantità da assumere giornalmente, sono riferiti a dosi raccomandate per adulti, non per bambini!
Tra i 6 e i 9 anni i bambini sovrappeso o obesi in Italia sono quattro su 10, un primato in Europa. Il 25% dei bambini obesi è già a rischio di malattie cardiovascolari. L'obesità non è una questione estetica, ma medica. Con possibili sviluppi come diabete, rischi cardiaci, tumori. E' un fatto sotto gli occhi di tutti: i prodotti meno salutari sono spinti aggressivamente grazie a messaggi rassicuranti, personaggi dei cartoons, gadget. Nel 20% dei prodotti del test sono stati inseriti regali, spesso collezionabili. Per non parlare di Asterix e Obelix, tigrotti sorridenti e api svolazzanti sulle confezioni.
A seguito dei risultati Altroconsumo lancia per una campagna sociale dal titolo "pubblicità che ingrassa" contro le abitudini alimentari scorrette e il marketing aggressivo rivolto ai più piccoli. La campagna si articola attraverso una petizione per chiedere al Governo italiano di adottare paletti e regole per arginare il bombardamento di messaggi verso i minori rilevando come l'auto-regolamentazione dell'industria su questo fronte non sia più adeguata. Consumers International s'impegna affinché l'OMS adotti entro il 2009 un Codice di condotta sul marketing degli alimenti e delle bevande non alcoliche rivolto ai minori.
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