martedì 18 marzo 2008

La salute è nostra, preserviamola!


Riflettevo che in Italia si progetta molto per accedere agli investimenti, ma ci si dimentica di realizzare. Il "fare" è secondario, ci si ferma prima quando i soldi sono arrivati. E dove finiscono gli investimenti?
Si sa che i passaggi sono numerosi, troppi: la burocrazia è il vero potere di chi comanda! E molteplici sono gli attori che accedono ai percorsi articolati e complicati.
A proposito mi chiedevo: quando partirà seriamente il progetto interministeriale "GUADAGNARE SALUTE"? I bambini, nell'attesa, continuano a vivere nella precarietà dell'ambiente familiare ricco di stimoli tutt'altro che sani, aiutati alacremente dalla pubblicità che impera e fa tendenza sin dalla più tenera età. E il mercato agevola la deriva.
Non è così fuori dai nostri confini.
Il primo ministro inglese Gordon Brown ha recentemente proposto di dare un incentivo monetario alle persone che decidono di mettersi a dieta.
In Francia, da circa un anno, su etichette e pubblicità di cibi calorici come merendine, bibite e alimenti precotti sono presenti avvertimenti come "i cibi grassi fanno male" o "non spiluccate fuori pasto" e così via, sulla falsariga di quelli che da più tempo campeggiano sui pacchetti di sigarette e sugli alcolici. I produttori che non rispettano le nuove regole rischiano sanzioni economiche pesanti. Più recentemente, la ministra della Sanità francese, Roselyne Bachelot, ha incassato il primo sì al progetto "Via caramelle e dolciumi dalle casse dei supermercati". Vittima sacrificale volontaria sull'altare dell'obesità infantile, la catena Leclerc, che ha accettato di svuotare le scaffalature tentatrici a partire dal primo giugno. Inoltre, insieme alla moratoria sui dolcetti, il ministero della sanità ha proposto con toni perentori l'eliminazione immediata delle pubblicità alimentari durante le trasmissioni televisive per bambini. E in Italia, intanto, le istituzioni continuano a parlare.

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