venerdì 15 febbraio 2008
La nostra fretta e il mercato che inganna
Percorriamo le corsie dei supermercati attratti e distratti dalla miriade di prodotti, di prezzi, di offerte, di novità, di marche a cui siamo fedeli per la tradizionale raccolta punti, di sfiziosità per riempire i vuoti della vita e non dello stomaco. Mangiamo per abitudine senza più gustare i cibi, senza soffermarci a sentirne il profumo, senza guardarne il colore, senza apprezzarne la consistenza, senza godere dei momenti conviviali che il cibo ci offre. Eppure abbiamo coniato finanche i pranzi e le cene di lavoro, oggi fa più moda parlare di colazione di lavoro invece che di pranzo, o di lunch, per i più trasversali meglio parlare di brunch. Quanta fantasia e impegno nel conio del nulla. Se una briciola di cotanto impegno la si applicasse alla scelta e alla preparazione dei pasti saremmo in grado di preservare la nostra salute senza ricorrere ad interventi di altro tipo, farmaci compresi. Ma ciò non è!
Il tempo che dedichiamo alla nostra salute è sempre meno, al supermercato veniamo attratti da una confezione di cappelletti al prosciutto crudo e la mettiamo nel carrello senza accorgerci che il prodotto contiene carne di suino cotta, pangrattato, mortadella (carne di suino, grasso di suino, cuori di suino, trippini di suino) e solo il 9,5% di prosciutto crudo. Tutto in regola, ovviamente. Certo, se sulla busta fosse scritto in grande cappelletti al grasso e cuore di suino davanti allo scaffale non ci sarebbe la fila. Nel tacchino arrosto c'è il destrosio, glucosio di sintesi. Zucchero anche nelle lasagne al pesto e mozzarella. Nella cotoletta, "saporita e croccante", ci sono sia saccarosio che destrosio. Ma chi ha tempo di leggere? E dove leggere? È ormai ora di cena. Il pensiero è rivolto al frigo di casa, per ricordare cosa manca. Gli occhi servono solo per guardare i prezzi, per non spendere più di quanto c'è nel portafogli. "Mi lascia passare? Ho solo tre pezzi. I figli aspettano". E i produttori hanno un solo obiettivo: VENDERE!
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