La MONOTONIA ALIMENTARE rappresenta uno dei tanti (troppi) fattori che minano la nostra salute: giorno dopo giorno.
Tra i tanti, è uno di quelli che producono copiosi danni con la complicità della pigra confortevolezza. E perciò si pone tra i più insidiosi. Tra i meno controllabili.
La monotonia si sposa con il sapore. Anzi con gli iper-sapori.
La monotonia è egemonizzata dai cibi processati, veloci da consumare, senza bisogno di masticare, sempre "a portata di mano", a basso costo, ben impacchettati, opportunamente colorati e aromatizzati con competenza certosina.
Il colore è fondamentale per stuzzicare la curiosità: la qualità cromatica è studiata in ogni sfumatura per colpire l'occhio del consumatore frettoloso, poco attento, irresponsabile della propria salute. La forma della confezione non è per nulla secondaria, è il vestito del prodotto. In molti casi "è il vero prodotto" da acquistare.
E quando il contenuto arriva a contatto del palato, delle papille gustative, il gusto non può essere deluso. Entrano in gioco gli aromi. Il loro ruolo è imprescindibile.
Il consumatore distratto, frettoloso, irresponsabile esclamerà: è buono! Anzi, buonissimo! E continuerà a comprarne e mangiarne senza sosta. Il classico "uno tira l'altro".
Il marketing, che studia attentamente anche questo aspetto, afferma che un prodotto alimentare diventerà un "blockbuster" solo se il consumatore di turno ne mangerà abbastanza senza esserne assuefatto. Solo se "l'ottavo boccone" saprà dare lo stesso brivido del primo.
Ma si tratta, spesso, di bocconi amari sapientemente addolciti. Che ci accompagnano "dolcemente" sulla strada della malattia.
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