Nel mondo si spreca il 50% del cibo che viene prodotto, qualcosa come 20 milioni di tonnellate di cibo ogni anno che potrebbero nutrire 7 volte il numero degli affamati. Anche nel nostro Paese i dati sono assai rilevanti: quasi 600 euro per famiglia, il 10% della spesa alimentare finisce nella spazzatura, buona parte ancora consumabile. Per non parlare di quanto si getta via lungo tutta la filiera che va dal campo al supermercato.
Ma lo spreco è anche dentro di noi. Immettiamo nel nostro organismo più cibo di quello che ci serve per vivere bene. E il sovrappiù si tramuta in eccesso di peso.
L'obesità è proprio una conseguenza dell'eccessiva disponibilità di cibo di cui una parte si trasforma in spazzatura e una parte in grasso corporeo.
Appare evidente come anche il nostro corpo assume, in molte circostanze, le sembianze di un "bidone del rusco", come si usa dire a Bologna.
Un contenitore in cui buttare il superfluo, l'eccesso, ciò che non può essere accompagnato nella spazzatura - rusco per l'appunto - solo per un'ombra di dignità e vergogna che ancora resiste nelle nostre culture da educazione post-bellica.
"Dai mangiamone ancora, finiamo il piatto, è un peccato buttarlo via".
Ma, dico, non sarebbe meglio comprarne meno e prepararne la giusta quantità. Sembra sempre che debba ritornar la guerra e la carestia, da un momento all'altro. E così per paura della carestia alimentiamo lo spreco. Quotidianamente.
Ma lo spreco è anche dentro di noi. Immettiamo nel nostro organismo più cibo di quello che ci serve per vivere bene. E il sovrappiù si tramuta in eccesso di peso.
L'obesità è proprio una conseguenza dell'eccessiva disponibilità di cibo di cui una parte si trasforma in spazzatura e una parte in grasso corporeo.
Appare evidente come anche il nostro corpo assume, in molte circostanze, le sembianze di un "bidone del rusco", come si usa dire a Bologna.
Un contenitore in cui buttare il superfluo, l'eccesso, ciò che non può essere accompagnato nella spazzatura - rusco per l'appunto - solo per un'ombra di dignità e vergogna che ancora resiste nelle nostre culture da educazione post-bellica.
"Dai mangiamone ancora, finiamo il piatto, è un peccato buttarlo via".
Ma, dico, non sarebbe meglio comprarne meno e prepararne la giusta quantità. Sembra sempre che debba ritornar la guerra e la carestia, da un momento all'altro. E così per paura della carestia alimentiamo lo spreco. Quotidianamente.
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