sabato 15 settembre 2012

La falsa felicità dei non-cibi

Lo stress, le angosce, l’ansia sono sempre più frequenti nella nostra quotidianità malsana. Direi che fanno parte del corredo. Talvolta diventano eccessive. E allora reagiamo. Tendiamo di difenderci. Come?

Spesso, col ricorso a cibi raffinati e iper-saporiti (non-cibi) ricchi di zuccheri, grassi e sale e iper-calorici … che a loro volta creano sensi di colpa. 
E così s'instaura un circolo vizioso.
Un circuito deleterio che si autoalimenta.
Capiamo perché.


La raffinazione dei cibi veri, originali, ha in sé obiettivi di grande portata: ci evita la fatica di masticare, ci fa mangiare più in fretta, ci fa mangiare di più, ci abitua a sapori esasperati (iper-sapori), stimola più efficacemente le nostre papille e il nostro cervello, ci conforta nei tanti momenti di stress, ci spinge a richiedere un carico crescente di zuccheri-grassi-sale, ci abitua alla proposta di cibi mediocri e iper saporiti, ... 
Oserei dire: ci accompagna piacevolmente verso la malattia e le terapie croniche totum vitae cursum.

Possiamo rompere l'incantesimo? 
Sì, puntando sulla consapevolezza delle scelte.

Potremo scoprire che i sapori non sono quelli a cui ci ha abituato il mercato globale: iper-sapori che servono a coprire il vuoto dei non-cibi raffinati per la lunga conservazione.
Potremo scoprire che i non-cibi iper-saporiti servono solo a iper-stimolare le nostre papille ma non danno la felicità, diversamente dalle promesse della pubblicità.
Potremo scoprire l'incongruenza più evidente nel riflettere che: raffiniamo i cibi naturali per mangiare non-cibi e poi re-integriamo i non-cibi con ciò di cui li abbiano impoveriti all'origine con la raffinazione. 
Potremo scoprire che tutto questo serve solo ad alimentare il mercato, quello più lontano dalla tutela della nostra salute.

Potremo scoprire che le scelte responsabili ci portano anche un po' di felicità. 

2 commenti:

  1. Molto interessante. Mi chiedo se per evitare questo circolo vizioso sia il caso di cominciare a usare più spezie e meno sale; e mettere meno zucchero nel caffelattè al mattino.
    Ansia e depressione curate a parte...
    Vogue

    RispondiElimina
  2. Cara Vogue,
    la soluzione è più semplice di quanto possa apparire. CONSAPEVOLEZZA!
    Abbiamo il dovere di riprenderci la capacità di PENSARE.
    Possediamo 100 miliardi di neuroni (nella nostra corteccia cerebrale) che vivono spesso solitari. Il milione di miliardi di sinapsi latitano. E se non ci sono sinapsi attive non c'è pensiero. Di conseguenza l'inconsapevolezza comanderà le nostre scelte. Ci faremo condurre dal sentito dire, dalle informazioni di parte, dalla paura delle calorie (un dettaglio di poco conto che serve solo al mercato alimentare per attirare l'attenzione del consumatore inconsapevole), dall'eccesso di zucchero (quello visibile che mettiamo nel caffè; e di quella quantità esorbitante che mangiamo con i cibi processati chi se ne occupa?)... e tanto altro ancora.
    Nei seminari, conferenze, corsi che organizzo ho l'unico obiettivo di far RIFLETTERE, di rimettere in moto i 100 miliardi di neuroni, di farli parlare tra loro.
    La sedentarietà, cara Vogue, non è solo fisica (la meno insidiosa) ma soprattutto MENTALE. Quella che, alla lunga, procura i danni peggiori.

    RispondiElimina

Prima di pubblicare un commento assicurati che:
* sia in tema e contribuisca alla discussione in corso
* non abbia contenuto razzista o sessista
* non sia offensivo, calunnioso o diffamante

L'amministratore si riserva di cancellare qualsiasi contenuto ingiurioso, volgare, illegale o contrario alla policy.