Bere superalcolici fuori pasto uno dietro l’altro, possibilmente a stomaco vuoto, per ubriacarsi il più in fretta possibile. Il fenomeno è preoccupante e conferma i dati relativi agli ultimi anni: nove milioni di italiani sono a rischio ed è aumentato del 10% il numero di ricoveri ospedalieri per patologie alcol-correlate.
In Italia l’incidenza della mortalità, legata all’abuso di alcolici, supera la media europea.
Ma il fattore più preoccupante riguarda i giovanissimi, soprattutto le ragazze:
secondo quanto emerso dall’ultima relazione al Parlamento su alcol e problemi correlati, la percentuale di ragazze tra i 14 e i 17 anni che beve alcolici fuori pasto è salita al 14,6%, raddoppiando rispetto a 15 anni fa e, in generale, il 17% dei teenager italiani beve con il puro scopo di ubriacarsi.
Troppo spesso, però, è difficile individuare comportamenti a rischio nei ragazzi, che a casa e durante i pasti bevono solo acqua o bibite e quando escono con gli amici, invece, consumano grandi quantità di alcolici in un arco di tempo molto breve.
L’alcol non ha nulla di diverso dalle droghe più comuni e il suo consumo interferisce negativamente con lo sviluppo cognitivo ed emotivo degli adolescenti.
Infine, chi inizia a bere prima dei 15 anni presenta un rischio 4 volte maggiore di sviluppare alcol-dipendenza in età adulta.
Il fenomeno del binge drinking è correlato non solo a situazioni di disagio relazionale, ma molto frequentemente alla semplice noia, alla mancanza di alternative, all’assenza di valori.
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