
Ad alcuni, il dolce fu servito su di un semplice tovagliolino di carta; ad altri in un piattino di carta usa e getta; ai restanti in un piatto bianco neve, di porcellana cinese.
Stesso dolce, supporti diversi.
Chi ricevette il brownie sul tovagliolino disse che era discreto, ma niente di eccezionale; di contro chi lo mangiò dal piatto di carta disse che era buono, davvero non male. E chi lo ricevette nel piatto di porcellana? Alcuni vollero congratularsi personalmente con lo chef per la cura della preparazione di quel dolce prelibato e per congratularsi sulle migliorie che il self service aveva intenzione di apportare. Qualcuno di loro azzardò una richiesta aggiuntiva: volle chiedere allo chef la ricetta di quella leccornia.
Come ogni seria ricerca, la valutazione non poteva solo basarsi sui complimenti ricevuti. Brian Wansink, il responsabile della ricerca, chiese a quelle persone quanto erano disposte a pagare per quel brownie appena mangiato. Quelli che lo ricevettero nel tovagliolo furono disposti a pagarlo in media 53 centesimi. Prezzo che saliva a 76 centesimi per chi lo mangiò in un piatto di carta. L'aumento era circa del doppio per coloro a cui venne servito nei piatti di porcellana: 1,27 dollari. Una differenza di 74 centesimi, 139% in più: che per un ristorante che serve 12.000 brownie all'anno significa ben 9000 dollari. Per guadagnare quella cifra bastavano meno di 40 piatti in porcellana. Piccola spesa per una grande resa. E complimenti all’occhio.
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