sabato 21 giugno 2014

Lunch Break

La pausa pranzo è un momento fondamentale per staccare dalla routine lavorativa, è l'opportunità per corroborare le energie fisiche e mentali utili ad affrontare con piglio la seconda parte della giornata lavorativa. Per tutte queste ragioni, e per altre ancora, è necessario porsi l'obiettivo di "staccare" consapevolmente dal lavoro.

Ma in quanti lo facciamo realmente?
 
Spesso si mangia di corsa -perché la fretta ci obbliga a non fermarci troppo-  e in maniera monotona perché è più comodo scegliere sempre gli stessi cibi e le stesse bevande. I cibi, di frequente, sono a lunga conservazione, eccessivamente raffinati, iper-saporiti, troppo calorici e poco nutrienti. 
Ma c'è di peggio:

saltare la pausa pranzo oppure accontentarsi di un caffè o di un cappuccino "al volo". 
Tantomeno risultano salutari i cosiddetti "work lunch" che si consumano distrattamente nel corso di riunioni lunghe e noiose senza consapevolezza né delle quantità né della qualità dei cibi assunti. 
La pausa pranzo, invece, deve essere virtuosa, non deve procurare indigestione né sonnolenza né svogliatezza, ma essere di rilancio per riprendere il lavoro pomeridiano con lucidità.

Perciò, la pausa pranzo deve avere una durata non inferiore ai 30 minuti. 
Ciò risulta di fondamentale importanza perché il nostro stomaco è preciso ma lento, avverte il cervello di essere sazio solo dopo 20-25 minuti. 
Conviene, dunque, masticare lentamente, a piccoli bocconi che devono essere diluiti completamente dalla saliva prima di essere ingoiati e arrivare nello stomaco. 
Solo in questo modo, l'apparato gastroenterico non sarà sovraccaricato da un processo digestivo lento e faticoso che metterebbe a repentaglio la lucidità pomeridiana... e alla lunga la salute.


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