venerdì 24 agosto 2012

Cibo zuccherato? No grazie!

Da più parti arriva la domanda preoccupata: "Ma come facciamo a rinunciare allo zucchero? E' impossibile!"

Nulla è impossibile! Tanto più se dobbiamo tutelare la nostra salute.

Certamente, non possiamo cambiare le nostre abitudini quotidiane, di colpo. Dobbiamo farlo un po' alla volta. Non deve essere un sacrificio insormontabile. Dobbiamo acquisire coscienza critica ...consapevolezza. 
Un passo alla volta. 

Il primo è il più difficile, dal secondo si va meglio e man mano ci rendiamo conto che è giusto continuare nel percorso intrapreso.


La difficoltà, come al solito, è figlia dell'abitudine acquisita negli anni.

Siamo abituati alla "dolcezza" da quando veniamo al mondo. 

Il dolce è il "soccorso" in ogni situazione di disagio. 


Il neonato che piange per motivi diversi, viene attaccato al seno (nei casi migliori) e nel latte c'è il lattosio, come sappiamo.
Crescendo, la sinfonia non cambia.
Il cibo, e i dolci in particolare, giocano il ruolo di "portatori di confort".

Qualsiasi problema ci turbi, può essere risolto dal cibo. 

Se siamo stressati ci rifugiamo nel cibo, meglio se dolce. 

Se siamo depressi, il cibo ci aiuta a "tirarci su" di morale. 

Se siamo felici per aver superato un esame, festeggiamo con il cibo...dolce. 

Mi ricordo che negli anni passati -ancora oggi in alcune tradizioni sopravvissute alla modernità- si usava portare il cibo ai parenti del defunto (come confort); nel sud dell'Italia si chiamava "cuònsolo o cuonsòlo". 


Appunto per "consolare" i parenti della perdita umana patita.

Quindi se vogliamo (consapevolmente) mangiare un gelato, scegliamo quello prodotto da un'ottima gelateria. Ma sappiamo che non potrà essere un'abitudine da ripetere quotidianamente o più volte al giorno.

Il problema vero, tuttavia, sono i troppi zuccheri nascosti nei cibi industriali -dolci, salati, pane, paste pronte o semi-pronte, salse salate e dolci, bibite, succhi di frutta, omogeneizzati, merendine, prodotti light, yogurt, aceto balsamico, salsa di pomodoro, ecc- che vanno scovati (leggendo le etichette) ed evitati (sostituiti con cibi veri, non trasformati, non raffinati, non processati dall'industria).

Questo è già un'ottimo inizio, per intraprendere il percorso virtuoso. 

E non ne patiremo, credetemi.

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