I single spendono in cibo e bevande quasi il doppio rispetto alla media delle famiglie italiane. E' quanto rivela una analisi della Coldiretti, sulla base dei dati Istat relativi ai consumi delle famiglie nel 2008. "La spesa media per alimentari e bevande di un single è di 312 euro al mese, superiore del 64% rispetto ai 190 euro al mese destinati alla tavola da ogni singola componente di una famiglia tipo italiana formata da in media da 2,5 persone", dice la Coldiretti.Secondo l'Istat, ricorda la Coldiretti, le famiglie italiane con un singolo componente sono circa 6 milioni, oltre un quarto del totale, in crescita negli ultimi anni con tassi superiori al 5%. A pesare sulle tasche dei single sono, spiega l'associazione dei coltivatori diretti, le confezioni in circolazione troppo grandi o, se disponibili in formati minori, più costose di quelle tradizionali. A ciò si aggiungono gli sprechi: confezioni di latticini, insalate o pasta fresca lasciate aperte in frigorifero e non finite, destinate a finire nella pattumiera. "I giovani single sono anche - precisa la Coldiretti - un segmento di popolazione con uno stile di vita attento a risparmiare tempo a favore del lavoro e soprattutto dello svago, che privilegia il consumo di piatti pronti a più elevato valore aggiunto (non si tratta di certo di qualità nutrizionale) che incidono maggiormente sulla busta della spesa". In Italia - conclude la Coldiretti - si è progressivamente ridotto il tempo dedicato alla preparazione dei pasti che è di appena 34,9 minuti per quello di mezzogiorno, il 4,7% in meno rispetto all'anno precedente, e di 33,1 minuti per la cena (-2,7 per cento) secondo un sondaggio Gpf.
Nel dettaglio, aggiunge la Coldiretti, i single spendono ogni mese di più in:
- carne (65 euro)
- frutta e verdura (61 euro)
- pane, pasta e derivati dai cereali (52 euro)
- latte, yogurt e formaggi (42 euro)
- bevande (29 euro)
- pesce (25 euro)
- zucchero, caffè (24 euro)
- oli e grassi (14 euro).
Sottolineo, con una qualità nutrizionale che lascia più di qualche dubbio, a scapito della salute, attuale e futura. E senza parlare della sostenibilità. Gli sprechi forzati sono dovuti soprattutto alle confezioni troppo grandi e le monoporzioni che spesso sono più costose.
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