venerdì 11 gennaio 2008
Relazione agli specializzandi in scienza dell'alimentazione
Oggi pomeriggio, dalle 16 alle 18 ho presentato una relazione a medici e biologi, specializzandi in scienza dell'alimentazione, con un taglio inconsueto per loro. Premetto che il mondo accademico é poco avvezzo alle presentazioni fuori dagli standard largamente accettati dalla comunità scientifica [che sono imbevuti di autorevolezza delle fonti citate (meglio se rappresentate da riviste con elevato impact factor), studi in doppio cieco controllato, ricerche policentriche con coinvolgimento di centri di eccellenza, comitati etici, referee, linee guida, ecc. ecc.] che prendono poco o niente in considerazione le opinioni delle persone comuni, del mercato che fa le regole del gioco, del mondo che vive quotidianamente fuori dalle istituzioni deputate al monitoraggio e al trattamento delle malattie. La mia presentazione, invece, parte proprio da lì fuori dove vive una maggioranza di gente comune che non ha le competenze tecniche per comprendere i messaggi che gli "esperti" inviano senza soluzione di continuo e senza curarsi di sintonizzarsi un minimo prima di trasmettere. Sarebbe bastante chiedersi quale sarà il percepito dell'utenza alla ricezione di un'informazione tecnica, soprattutto se si tratta di un suggerimento per preservare lo stato di salute o migliorarlo in caso di disturbi in atto. La disinformazione non sempre è voluta, più spesso è inconsapevole perché chi informa dice delle cose giuste ma chi ascolta percepisce cose sbagliate. E la verità di molti sta nella percezione. A proposito, la presentazione ha destato molto interesse.
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